Vivere senza soldi - L'esperienza sorprendente di una donna che da undici anni ha eliminato del tutto il denaro dalla propria vita

Vincitore del premio "Libro per la Pace" intitolato a Tiziano Terzani, "Vivere senza soldi" racconta la sorprendente esperienza di una donna che da undici anni ha eliminato del tutto il denaro dalla propria vita....

Vivere senza soldi - L'esperienza sorprendente di una donna che da undici anni ha eliminato del tutto il denaro dalla propria vita
di Heidemarie Schwermer
Terra Nuova Edizioni
pp. 184 - € 13,00
(prezzo per gli abbonati € 11,70)

Nel maggio 1996, Heidemarie Schwermer decide di cambiare radicalmente modo di vivere: regala i suoi mobili, abbandona l'abitazione e lo studio, e disdice l'assicurazione sanitaria.
Ciò di cui ha bisogno per vivere lo ottiene tramite gli scambi della "Centrale dai e prendi" da lei fondata a Dortmund, in Germania.

"Non avere niente ma essere molto": con questo motto Heidemarie sottopone a un esame critico quelli che sono i valori correnti della società del consumo. Dopo tanti anni senza soldi, afferma di essere addirittura più ricca di prima. Concetti come lavoro, tempo libero e vacanze acquistano un significato completamente nuovo e la vita trova una nuova integrità.
L'esperienza raccontata in questo libro non avanza pretese di essere universalmente vincolante ma, in una società profondamente mercificata, rappresenta un modello concreto di speranza.

Di seguito riportiamo l'intervista fatta all'autrice del libro, Heidemarie Schwermer, e pubblicata sul numero di ottobre 2006 di Terra Nuova.

Vivere senza soldi di Federica Seneghini

Intervista a Heidemarie Schwermer, un’affabile signora che dieci anni fa ha lasciato agi, lavoro e comodità per sperimentare una vita senza denaro, basata sull’ospitalità, lo scambio e la reciprocità.

Alcune settimane fa, vagando tra gli stand della Fiera del Libro di Barcellona, mi sono imbattuta in maniera inaspettata, e per questo ancora più piacevole, nel libro Mi vida sin dinero; una sorta di manuale di sopravvivenza e una critica feroce al capitalismo neoliberale dei giorni nostri, ma soprattutto il libro è il racconto di un’esperienza davvero particolare.
L’autrice Heidemarie Schwermer, è una signora tedesca di 64 anni, che oltre ad aver fondato nel 1994 Gib und Nimm (letteralmente “Dai e Prendi”, n.d.r.), la prima associazione di baratto in Germania, da dieci anni vive deliberatamente “senza soldi”, senza per questo rinunciare al benessere e alle comodità di tutti i giorni.

La “nuova vita” è iniziata nel 1996, quando Heidemarie ha lasciato la sua casa di Dortmund, smesso di fare la psicoterapeuta, cancellato l’assicurazione privata sulla salute e regalato la propria macchina. Ormai sono dieci anni che vive senza soldi, cosa che afferma la fa sentire decisamente "molto più libera e felice" di prima. “Non ho rimorsi e non ho rimpianti”, afferma convinta. Vive in casa di persone, quando queste sono fuori in vacanza, prendendosi in cambio cura degli alloggi; tutto il resto di cui necessita per vivere se lo procura attraverso l’antica arte del baratto.
Ovviamente tutto ciò è stato reso possibile grazie ai numerosi contatti intessuti nel tempo, essenziali per una vita “più libera e più ricca", come la stessa Heidemarie afferma. Anzi, non essendo più “costretta” a lavorare per guadagnarsi da vivere, ha la possibilità di mettere le proprie attitudini personali al servizio degli altri e in questo modo ha arricchito enormemente la qualità e il numero di relazioni è la sua vita.

Non ha niente contro il denaro: le dispiace semplicemente vedere il modo in cui al giorno d’oggi esso viene utilizzato e considerato. “Il denaro - afferma - è ormai qualcosa di più di un semplice valore di scambio, è diventato un modo per definire il valore di ognuno”. Insomma, chi ha tanti soldi viene considerata una persona di valore. E’ anche per contrastare questo modo di pensare che Heidemarie ha iniziato dieci anni “la sua nuova vita”.

Abbiamo rivolto ad Heidemarie Schwermer alcune domande per spiegare meglio il senso della sua esperienza ai nostri lettori.


D: Come funziona l’associazione “Dai e Prendi”?
R: Tutto è fondato sull’idea del baratto e dello scambio, ognuno dichiara che tipo di servizio che è disposto a scambiare secondo le proprie attitudini e capacità : babysitting, informatica, conversazione in lingua straniera o semplicemente una torta fatta in casa. Coloro che aderiscono all’associazione, una volta che hanno fatto la propria offerta, ricevono la lista completa di tutte i servizi messi a disposizione dagli altri membri. Ognuno può telefonare agli altri soci ed effettuare lo scambio secondo la modalità concordata. Il valore dei servizi offerti e di quelli ricevuti non è valutato in denaro, ma semplicemente scambiato. L’idea che mi ha spinto a fondare l’associazione era proprio questa: dimostrare come fare a meno del denaro.

D: Com’è nata questa idea?
R: Avevo saputo che in Canada, dopo il fallimento di una grande industria, gran parte della popolazione di quel villaggio era rimasta senza lavoro, così cominciarono ad aiutarsi l’un l’altro mediante il baratto: “Io ti riparo il tetto, tu mi fai da babysitter per i bambini”. Non avevo mai visto reti simili in Germania, se non le cosiddette “banche del tempo”, e pensai di provare questa strada anche nel mio paese.

D: Da qui dunque l’idea di vivere senza soldi?
R: Sì, già allora pensavo a scambi tra persone non basate sul denaro ma sull’idea del baratto. Così, nel ‘96 decisi di fare l’esperimento di vivere per un anno intero senza soldi. L’esperimento ha funzionato e dopo l’anno di prova ho proseguito. Oggi posso affermare che vivere senza soldi è possibile e per certi versi è molto più “ricco”.

D: Ma come affronta concretamente i mille bisogni quotidiani? Per esempio, dove dorme?
R: Vivo un po’ in una casa, un po’ in un’altra. A volte le persone che vanno in vacanza mi chiedono di prendermi cura dei loro appartamenti. Alla base di questo mio comportamento c’è sempre l’idea di “Dai e Prendi”: l’idea del baratto. E tutto ciò è molto più importante e prezioso dell’avere un mio letto, una casa o un’auto propria. Quello che davvero conta per me è il contatto con la gente.

D: Quindi, la sua è una sorta di filosofia?
R: Alla base del mio comportamento ci sono riflessioni profonde e soprattutto la proposta di un modello per un mondo nuovo. Un mondo in cui non sia il denaro il valore principale e supremo della vita: un mondo senza competizione, in cui il semplice amore tra le persone e il supporto reciproco arrivino ad acquistare una posizione molto più elevata di quella attuale. Valori diversi da quelli di oggi, dove il denaro domina il mondo.

D: Cos’è che dai e ricevi gratis ogni giorno?
R: Ricevo un letto, cose da mangiare, vestiti. Tutto quello di cui ho bisogno per la mia vita quotidiana. In cambio offro il mio supporto e il mio aiuto: offro me stessa. Ogni tanto posso offrire un aiuto per la cura delle case, altre volte offro un aiuto per le loro anime. In generale offro il mio tempo e in questo modo sia io che le persone con le quali mi metto in contatto siamo contenti e soddisfatti di un rapporto simile.

D: Ma non è un modo di vivere molto complicato? Come fa per esempio a viaggiare?
R: Spesso viaggio in treno: le persone che mi invitano da qualche parte, in qualche città , pagano il mio biglietto. Altre volte viaggio in macchina con amici. Di solito vengo ospitata in casa di persone che mi chiamano perchè io vada ad aiutarli in qualche modo. Spesso viaggio anche per parlare a conferenze o per tenere delle lezioni e quindi c’è qualcuno che mi paga il biglietto.

D: Ma non le capita mai di desiderare per esempio di andare al cinema? In questi casi come fa?
R: Penso a chi potrebbe venire al cinema con me e gli offro qualcosa in cambio del prezzo del biglietto.

D: Ma questo non vuol dire dipendere completamente dagli altri?
R: A dire la verità ora mi sento molto più libera di prima. Il denaro spesso separa gli esseri umani invece che unirli. E’ piacevole pagare con il denaro, ma questo alla fine ti isola dal mondo, ti separa dalle altre persone. Quando si usa il denaro non c’è confronto, non c’è dialogo. La mia è una sorta di lotta contro l’anonimato della nostra società , tant’è vero che da quando vivo senza denaro i contatti e le relazioni si sono intensificati.

D: Com’è nata l’idea di scrivere un libro? E che cosa ha fatto dei proventi percepiti con la sua pubblicazione?
R: La casa editrice mi ha chiesto di scrivere un libro dopo una mia partecipazione a un programma televisivo. Alla fine ho devoluto tutto il ricavato delle vendite a persone che ne avevano bisogno.

D: Conosci altre persone che vivono come te, senza soldi?
R: Ci sono alcune persone che vivono senza soldi per scelta, ma in un modo abbastanza diverso dal mio.

D: Sei in contatto con altre associazioni simili alla tua?
R: Ho lasciato Dortmund un po’ di tempo fa, le organizzazioni che promuovono lo scambio e il baratto sono state un punto di partenza: la mia filosofia è ora un’altra. Vivo un’esistenza basata sulla fiducia, cercando di evitare l’odio e i cattivi sentimenti. Penso che un cambiamento in questo senso è molto più auspicabile del vivere senza soldi. In fin dei conti il denaro è solo un simbolo, anche se vivere senza soldi richiede moltissima conoscenza e molta attenzione.

D: Qual è la motivazione profonda che ti ha portato alla scelta di vivere senza soldi?
R: Non mi sento certo una “missionaria”. Cerco solamente di occuparmi di cose che penso siano utili anche per altre persone. Ma non sogno che tutti facciano come me: ognuno deve trovare la propria strada. Mi interessa sviluppare progetti, dove il dare e il ricevere siano in equilibrio, in modo che tutti ne possano trarre vantaggio. Il mio obiettivo è che le persone non si sentano più vittime, ma vincitrici e che possano agire in maniera ottimista, determinata e soprattutto che acquistino fiducia in se stesse.


Indice

PARTE PRIMA

1. Anni di apprendistato e di viaggio
La promessa - Il collegio: un passo verso la libertà - Lo studio universitario: un mondo nuovo - Teoria e pratica - Carnevale a Rio - Santiago del Cile: una porta aperta su un altro mondo - Ricordo di una promessa - La Casa dell'arte: una forma di vita ideale - Una porta si apre - La via dell'interiorità - Un passo avanti - I miei figli vanno fuori di testa - Toccare il fondo - Trasloco nella grande città - A scuola di spiritualità

2. La "Centrale dai e prendi"
Un'idea elettrizzante - L'inizio del "Dai e prendi" - La prima assemblea - La prima lista - "Dai e prendi" e i soldi - Compensazioni - Conflitti - Risoluzione dei conflitti - Le feste del "Dai e prendi" - Una casa per il "Dai e prendi"

3. L'esperimento prosegue
La mia vita senza soldi - Addio alla prosperità - Senza assicurazione sanitaria - La prima dimora "estranea" - Il mio pane quotidiano - Vestiario - Miracoli - Possta e telefono - Prima sortita - Viaggi - Problemi - L'interesse dei media

PARTE SECONDA

4. Tutti i giorni un'avventura
Persone - Accolta in famiglia - Animali - Piante - Cercata e trovata - Solitudine - Conferenze - Progetti alternativi - Cultura - Pulire - Impazienza - Scassinatori

5. Le fiabe diventano vere
Talleri di stelle - Lasciar andare - Valori nuovi - Fiducia in Dio - Sul dare e prendere - Riflessi - La forza del pensiero - Il brutto anatroccolo - Punti di vista - Accettare - Il paradiso - Al mio posto

6. Valori del futuro
Estratti dalla mia homepage - La donna politica - Il disoccupato di lungo periodo - Invertire la polarità - Gratitudine - Pionieri - Modelli di vita - Lezioni - Preoccupazioni economiche - Sogni - Comunicazioni - E ora? - Altri programmi - La politica dei piccoli passi - Un paio di consigli per il cammino

APPENDICI

I. Dialoghi e discussioni
"Una vita senza soldi" di Carsten Gunther - Scambio di e-mail con Rudi Eichenlaub

II. Guardare al di là del proprio naso
"Il nuovo denaro dei poveri" di Romeo Rey (Buenos Aires)

III. Gli scambi non monetari
"Le banche del tempo ed altre esperienze analoghe" di Annalisa De Luca


Per contattare Heidemarie Schwermer e l’associazione Gib & Nimm:
tel +49 0160 3060308 - ivory@free.de - projekte.free.de/gibundnimm/

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I VOSTRI COMMENTI:18/01/2010 - Giuseppe
Il tema è talmente interessante che non può che suscitare pareri troppo discordanti. E' sicuramente ragionevole l'idea di chi considera irrealizzabile questo tipo di società come mi sembra adeguata la considerazione di chi vede in questo stile di vita un inizio del cambiamento. I libri non vanno presi come verità imprenscindibili. Anche io spesso mi fermo a pensare che un mondo senza soldi, in cui ognuno di noi continuasse a fare ciò che fà per puro spirito di fratellanza e amore per la comunità, sarebbe il mondo perfetto. Ma sarebbe anche un mondo monotono: dove finirebbero i nostri sogni?
L'idea che vale sempre è quella del mezzo, dell'equilibrio per cui penso che percorrere il confine di questi due aspetti sarebbe la vita migliore: non rinunciare ai soldi ma non renderli troppo indispensabili.


10/12/2009 - sonia
Io penso che più che il denaro ciò che oggi rovina la nostra vita è il desiderio del possesso del denaro inteso come obbiettivo e non come un mezzo, inteso come metro per giudicare le persone (più ne hai più vali). Quello che troppo spesso ci dimentichiamo è di misurare il valore delle persone sulla capacità di essere autentici, sulla loro capacità di affezionarsi e di pensare.... Io credo che centrare la propria vita sulla scoperta delle persone è importante ma non riuscirei a fare scelte così radicali.


01/08/2009 - Fabio
Concordo con ciò che dice Tiziana......spero solo che i proventi del libro non se li intaschi l'autrice ma vengano dati in beneficenza!!!!

21/06/2009 - Mario
Signori mi sono imbattuto in quest'articolo .......perkè ho pensato ;e l'uniko modo per kambiare davvero le cose nel mondo è proprio questo l'eliminazione del denaro su scala globale..........la tecnica non ha bisogno del denaro per progredire ne tantomeno gli uomini...........ragazzi noi uomini siamo i nostri stessi bisogni;nel mondo c'è tutto quello di kui abbiamo bisogno e anke di più..........scambiamo,interelazioniamoci amiamo e lasciamoci amare ognuno offre qualkosa e tutti ci godiamo tutto ..........IMMAGINATEVI UN MONDO SENZA DENARO .....(nn è da pazzi)kazzo se è possibile un mondo kosì egoista è possibile anke un mondo diversi..........ME LIKE A SOLDIER FOR A NEW WORLD ORDER


07/10/2008 - Calogero
Non credo assolutamente Che sia una parassita... E vedendo come và il mondo per via del denaro che ormai non esiste più ne faccio ammen... La vita dovrebbe essere fatta di scambi equi per poter vivere tutti e vivere meglio... Vi siete mai chiesti che fine fanno i vostri soldi quando una banca fallisce???(se sono pochi li avete semplicemente prestati o (persi) (a chi???nessuno ovvio) se sono tanti quelli che ne hanno pochi li ridaranno a quelli che ne hanno tanti con gli interessi che bello e questo non è parassitario....) Meditate su ciò perchè lavorare è ok, ma lavorare per ingrassare i porci non lo so (dicesi di porco: quell' essere che si appropingua senza fatica ciò che vuole) P.s.:non censurate è italiano e non volgare e per la l' articolo 21 della costituzione italiana censurare la libera espressione di pensiero è immorale e contro la legge. Date a Cesare quel che è di Cesare non vi dice nulla.... (Cesare inventò i soldi con il suo volto per farsi pubblicità e non per creare commercio con essi) Grazie....


08/09/2008 - rocco
cara fioretta
Non è esatto , la sigra Heidemarie è madre di un figlio che ha cresciuto da sola dopo la separazione.
Noto una buona dose di pregiudizio nel valutare la vita di una donna che non è basata sul parassitismo ma sullo scambio di beni e di servizi.

26/02/2008 - colette
mi vienne da sorridere sono francese scusatemi se sbaglio ortografia sono nata in un club med nelle isole dei carabie mio padre lavorava li e io racoglieve le paline de tutti colori che nel club med representano dei soldi poi un giorno la bambina deventa grande mi retrovo a l'aeroporto di parigi una bimba aveva quelcasa nelle mani chieso a mio fratello cosa nelle mani questa bimba mio fratello mi dise sono dei soldi io mi reso conto che non avevo mai visto dei soldi guardo in torno a me e mi reso conto di essere bianca avevo sempre pensata che ero nera come i meie amici della martinica che strano mi sembra ieri avevo 17 anni e ero in viaggio per l'universita di geneve vivevo in un antico convento la matina pulivo i corridoi e la suore mi pagavano i meie studi e ogni giorno mi davano una frutta e una tartina da mangiare in faculta e vivevo sempre senza soldi poi mi sono l'aureata e commincio a lavorare per il sheraton,hilton,ramada inn,dormivo li mangiava li tutto qua,i soldi andavano in banca a me non servivano uscivo ogni tanto da l'albergo ma dementicavo sempre i soldi anche per un caffe ma o sempre incontrata che me l'offriva con un sorriso torno a lavorare per il club med i girava il mondo lavorando oggi o 53 anni e vivo su una bellissima montagna a siracusa sono sempre direttore d'albergo di borgo alto una piccolo borgo incantata dove cucina con amore e passione per i ospiti del borgo sono felice di essere nata di conoscere un mondo di gente che vivene tutti a casa mia la mia casa e il mondo e voi i mei ospiti preferiti grazie mama di avermi messo al mondo baccioni a tutti la verita sta dentro di noi non continuatte a essere i architetti delle vostre trapole la vita a un sapore di netare di dio
colette


20/12/2007 - fioretta
Molto interessante ma utopico e improponibile per una famiglia, la scrittrice ha potuto realizzare questo progetto perchè ha da pensare solo a se stessa quindi molto facilitata rispetto a coloro che hanno figli che ogni giorno vanno nutriti e accuditi , devono frequentare scuole e quant'altro. Personalmente vedo anche una bella dose di egoismo e di vita parassita in tutto ciò.

Natale in tempo di crisi:le dieci regole per non affogare

di Fausta Chiesa
Natale, l’annus horribilis della recessione. Le finanze saranno ridotte ai minimi, mentre il panettone, il salmone e la benzina costeranno come al solito. Cioè tanto! Come fare per affrontare, trascorrere e superare senza indebitarsi le festività di quest’anno? Ecco una guida di sopravvivenza in dieci tappe.
Il primo giorno della Christmas Map : il budget La chiave per non spendere troppo è fissarsi un limite. Che si tratti di spese per regali, cene al ristorante e leccornie per la cena della Vigilia o il pranzo di Natale, bisogna darsi un budget complessivo e non superarlo. Anche se vedi una cosa che costa poco o un amico ti invita al bar per un aperitivo non previsto, se hai già raggiunto il tuo budget fermati. Altrimenti, a furia di accumulare piccoli strappi alla regola, finirai con il ritrovarti brutte sorprese nell’estratto conto di fine anno. Fa una lista di amici e parenti a cui vuoi fare il regalo e scrivi il menù della cena che organizzi. E una volta fatto il budget... les jeux sont faits, rien ne va plus.
Il secondo giorno: comincia a risparmiare. Sai che più si avvicina il Natale e più si spende. Se non voi andare in rosso sul conto, dagli ossigeno adesso e comincia a risparmiare. Cappuccino e brioche al bar non li ha (quelli proprio no!) ordinati il medico. L’aperitivo con i colleghi o la pizza, neppure. Anche sulla spesa di casa puoi intervenire: non morirai se non mangi pesce o carne, ma prova ad assaggiare i legumi, costano molto meno e sono altrettanto buoni e nutrienti. E se fumi prova a ridurre: non ti farà certo male!
Il terzo giorno: no alla carta di credito! Pagare con la carta di credito, così il debito arriva tutto il mese dopo. Bell’idea. Certo, salvi il conto corrente del mese di dicembre, ma poi ti ritrovi tutto d’un botto a gennaio. E soprattutto senza avere un’idea precisa di quanto hai speso e così, per ricordarti, dovrai andarti a rivedere i dettagli dell’estratto della carta. Per evitare questo brutto sorpresone di inizio anno, è bene lasciare la carta di credito dentro il cassetto e usare soltanto il bancomat, così potrai avere ogni giorno il saldo degli addebiti e verificare se sei dentro il budget oppure no.
Il quarto giorno: le offerte sul web Fare shopping è un vero piacere. Che può costare troppo. Per alcuni regali meno impegnativi, prendi in considerazione di comprarli online. I prezzi sono in genere più vantaggiosi.
Il quinto giorno: l’agenda delle scadenze. Anche se a dicembre si pensa soltanto al Natale, non dimenticare che si tratta di un mese come gli altri. E non è che il tuo fornitore di luce, gas, riscaldamento, connessione a internet o la banca dove hai acceso il mutuo, ti faranno uno sconto. Quindi pensa anche alle spese di routine, quando farai i calcoli.
Il sesto giorno: i viaggi low-cost. Se hai intenzione di fare un viaggio, cerca di partire in controtendenza, ma anche di prenotare non all’ultimo minuto. Riuscirai a trovare posto e anche a spendere qualcosina meno. Certo è dicembre e si muove il mondo, ma se parti il 31 - al posto del 27 o del 30 - sicuramente avrai più fortuna.
Il settimo giorno: il fai-da-te. Il fai-da-te è immensamente più economico che comprare le cose già fatte. Due esempi basteranno a convincerti: se sei invitato a cena e devi portare il dolce, al posto che lasciare tra i 20 e i 30 euro in pasticceria puoi fare il tiramisù. Con 5 euro e un paio d’ore di tempo, anche senza essere uno chef, farai qualcosa di buono. I biglietti d’auguri? La cartoleria non li regala. Stampa una foto dal pc e usa quella: sarà più personale e originale e soprattutto a costo zero!
L’ottavo giorno: riciclare non è peccato. Ricicla il più possibile: carta da regalo, regali stessi (un peccato veniale, non mortale, Dio ti perdonerà), avanzi di cene e pranzi. Il portafoglio ti ringrazierà e anche il pianeta Terra, che avrà meno rifiuti da smaltire.
Il nono giorno: l’unione fa…più soldi. Piuttosto che regalare una cosa inutile o decisamente non bella perché hai pochi soldi da spendere, perché non pensi a fare il regalo insieme a qualcun altro? Se soltanto sarete in 3 o in 4, il budget cambierà davvero. E se vi metterete insieme per più regali risparmi anche tempo, visto che non dovrai comprarli tutti tu!
Il decimo e ultimo giorno: la sicurezza. Un albero scintillante, la scatola del nuovo televisore digitale lasciata fuori dalla porta così non ingombra. Niente di meglio per attirare i ladri quando sarai partito. E allora cerca di non attirare l’attenzione. Se ricevi un regalo prezioso, non lasciarne le prove in bella vista. Chiudi bene a chiave e chiedi a qualcuno che rimane in città di andare a bagnarti le piante o offri la tua casa per ospitare qualcuno: una presenza fisica fa quasi come un sistema d’allarme, ma costa meno.

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